I temi delle comunicazioni

AVVERTENZE •  I testi delle comunicazioni sono riportati sul sito Internet: www.usicivici.unitn.it •  Modalità di citazione dei contributi inclusi nella presente lista: Autore , (2012), “ Titolo ”, Comunicazione presentata alla 18^ Riunione scientifica del Centro Studi e Documentazione sui Demani civici e le Proprietà collettive, Università degli studi di Trento, 15-16 novembre 2012.

1. L'Abutinatum Vallis Buschicti: origini e sviluppo di un esempio singolare di uso collettivo di beni comuni, di ANDREA MAIARELLI, professore di Archivistica presso la Pontificia Università Antonianum di Roma.
   

2. I Patrimoni di Comunità: I riconoscimenti internazionali nel campo della conservazione della biodiversità e la loro rilevanza nel contesto italiano, di MARCO BASSI, Research Associate, University of Oxford, e GRAZIA BORRINI-FEYERABEND, Vice-Chair per l'Europa, IUCN-CEESP, e Global Coordinator, ICCA Consortium.

   Riassunto. Negli ultimi decenni il concetto di conservazione della biodiversità si è andato evolvendo grazie alla progressiva presa di coscienza del ruolo fondamentale svolto delle comunità locali nella loro interazione con le risorse naturali. Nel campo delle relazioni internazionali tale consapevolezza si è andata consolidando attraverso il riconoscimento dei "patrimoni di comunità" (in inglese "Indigenous Peoples' and Community Conserved Areas and Territories" con sigla di abbreviazione ICCAs), concetto adottato nell'ambito dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) e della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) per la formulazione di politiche di conservazione. I patrimoni di comunità sono una realtà diffusa anche in Italia, rappresentati delle varie forme di proprietà collettiva e terre di uso civico da tempo analizzate in questa sede. Nel corso della presentazione Grazia Borrini-Fayerabend illustrerà gli importanti risultati raggiunti in campo internazionale, presentando al contempo le organizzazioni rilevanti. Marco Bassi traccerà le corrispondenze tra il concetto internazionale (ICCAs) e la ricca esperienza italiana. La presentazione ha l'obiettivo di favorire la migliore conoscenza ed utilizzazione delle politiche globali nell'ambito nazionale e locale, promuovendo anche in Italia il riconoscimento e la valorizzazione dei patrimoni di comunità. La presentazione descrive un approccio alla conservazione della biodiversità legato al riconoscimento delle complesse interazioni bio-culturali ed economiche che legano le comunità al loro ambiente.

3. I demani comunali nel processo di unificazione nazionale, di GIUSEPPE SOCCIO, collaboratore del Centro Studi "Michelangelo Manicone" del Convento di S. Matteo di San Marco il Lamis (FG).
   

4. Gli assetti fondiari collettivi nel pensiero di Arrigo Serpieri, di FRANCESCO MUSOTTI, ricercatore del Dipartimento di Scienze economico-estimative e degli alimenti dell'Università degli studi di Perugia.

   Riassunto. Queste pagine cercano di proporre una riflessione di storia del pensiero economico, volta a focalizzare il modo in cui la scuola economico-agraria italiana si sia occupata, dai suoi prodromi, degli assetti fondiari collettivi. Il grande disinteresse per questa tematica, che si è avuto dagli anni cinquanta in poi del secolo scorso, ha indotto a concentrare l'attenzione sul contributo di Arrigo Serpieri e, prima ancora, di richiamare le elaborazioni di Ghino Valenti, che è stato maestro diretto di Serpieri e che dal 1883 al 1892 si è ritagliato un posto duraturo e assolutamente originale negli studi italiani in merito al diritto di proprietà.

5. Casi di studio nella storiografia trentina sulle comunità e gli usi civici: Beni comuni e finanziamento della comunità. L'affitto degli alpeggi a Pinzolo nella prima età moderna, di ITALO FRANCESCHINI, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
   

6. Casi di studio nella storiografia trentina sulle comunità e gli usi civici: L'alienazione dei beni comuni nella destra Adige dall'antico regime all' attualità, di ROBERTO ADAMI, Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
   

7. Casi di studio nella storiografia trentina sulle comunità e gli usi civici: L'uso dell'acqua tra innovazione tecnologica e limiti giurisdizionali in due comunità anauni a fine Settecento, di MARCELLO BONAZZA, presidente della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
   

8. Casi di studio nella storiografia trentina sulle comunità e gli usi civici: Il consorzio dell'Alpe Vederna nel Primiero, di MAURO NEQUIRITO, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
   

9. Proprietà collettive e risorse naturali: spunti per una nuova teoria delle situazioni giuridiche di appartenenza, di FIORE FONTANAROSA, Dottore di ricerca in Diritto privato comparato nell'Università degli studi del Molise, Campobasso.
   

10. Dall'«Università Agraria» all'«Ente Agrario». Contributo per un altro modo di possedere le terre collettive di Canale Monterano, di DANIELE NATILI, Dottorando di ricerca in Diritto Romano presso l'Università di Roma Tor Vergata.

    Riassunto. Canale Monterano è un comune dell'Etruria meridoniale, situato tra il lago Sabatino e i Monti della Tolfa. Confina con il comune di Manziana, residenza di Tommaso Tittoni. È un'antica terra di usi civici di origine feudale. Verranno fatti cenni sulla storia dell'antico borgo di Monterano, con la segnalazione della principale bibliografia in merito. Canale Monterano ha terre collettive di diversa origine. Già nel 1578 il principe Paolo Giordano Orsini cedeva alla popolazione parte del feudo. Quando fu emanata la L. 4 agosto 1894 n. 397 (Ordinamento dei domini collettivi nelle Province dell'ex Stato Pontificio), alcuni coraggiosi cittadini si adoperarono per il riconoscimento dei loro diritti collettivi. Dopo lotte e controversie, nel 1906 nacque l'Università Agraria di Canale Monterano, i cui primi anni di vita furono segnati da una vivace attività di rivendicazione di terre civiche. Nel 1919, sulla base dell'art. 9 della L. 5489/1888, fu acquistato il feudo Altieri, e così si formò la principale proprietà collettiva della popolazione. Altre acquisizioni di demanio civico vennero successivamente. Nel 1939 le terre civiche di Canale Monterano ricevettero l'assegnazione a categoria di cui alla L. 1766/1927. Dopo il D.P.R. 616/1977 si sono avuti numerosi provvedimenti regionali di legittimazione. La particolarità storica da segnalare è una lunga controversia fra Comune e Agraria per la spettanza di alcune terre collettive. Si cercherà di descrivere questa vicenda fino allo stato odierno, cercando di fare alcune riflessioni sulla natura giuridica delle terre, traendo spunti anche dalla tradizione romanistica relativa al regime delle varie res, e sulla più opportuna forma di gestione. Si affronterà, infine, la questione del rapporto fra le terre collettive di Canale Monterano e l'art. 3 della L. 97/1994, alla luce della preoccupante trasformazione della locale Università Agraria in "Ente agrario", in base alla proposta di legge regionale n. 259 del 13 ottobre 2011 per iniziativa della Giunta regionale della Regione Lazio. Nel 1988 è stata istituita (L. Reg. Lazio 79/1988) la Riserva Naturale Regionale "Monterano", e le terre civiche – comprese quindi in una importante area naturale protetta – sono oggi al bivio fra la strada indicata dalla Legislatore nazionale (L. 97/1994, indirizzi di tutela dell'ambiente) e la volontà della Giunta regionale.

11. Come una secolare vertenza impedisce la conoscenza e la comprensione del proprio demanio civico, di FRANCESCO e VINCENZO MASTROMARCO, istruttori/periti demaniali, Bari.

    Riassunto. La lunga, secolare, dispendiosa lotta giudiziaria tra due Comuni – Lesina e Sannicandro Garganico, nelle Puglie – per un territorio demaniale di uso civico promossa dagli amministratori susseguitisi nel tempo, ha impedito la conoscenza, la comprensione - a tutt'oggi - alle proprie popolazioni titolari le prerogative di un diverso modo di possedere e trarre lecito e vantaggioso profitto dalle risorse del territorio contestato mediante la gestione comune dello stesso.

12. Terre collettive e insediamenti in Alta val Trebbia (Appennino Ligure): la definizione della località tra Sette e Novecento, di GIULIA BELTRAMETTI, del Laboratorio di Storia delle Alpi di Mendrisio; MARIA ROCCA, della Scuola Normale Superiore di Pisa; ANNA-MARIA STAGNO, dell'Università degli Studi di Genova, VITTORIO TIGRINO, dell'Università del Piemonte Orientale.